2 Giugno, 2020 · Chiara

La maestosa ed imponente catena montuosa delle Alpi è certamente la più importante d’Europa sotto vari aspetti; la storia, la geografia, la cultura, e la natura dei luoghi meravigliosi che ne fanno parte, insieme con le condizioni climatiche particolarmente favorevoli in cui si trovano, rendono le Alpi un posto davvero speciale, forse unico al mondo. Italia, Francia, Liechtenstein, Germania, Svizzera, Austria, Slovenia ed Ungheria separano praticamente l’Europa Centrale da quella Meridionale, di cui fa parte anche il nostro stivale, dandoci anche quella piacevole sensazione di ‘protezione’ dai venti freddi del Nord.

Agricoltura di montagna, produzione di latticini e prodotti caseari, lavorazione del legno, ed allevamento, hanno rappresentato storicamente le principali attività alle quali si dedicavano un tempo i popoli alpini (circa 14/15 milioni di persone); dall’inizio del secolo XX poi, iniziò a svilupparsi notevolmente anche l’industria del turismo, che poi poco a poco è diventata l’attività economica preponderante su tutto il territorio delle Alpi, sia in Italia che fuori.

Il camoscio

camoscio

Ricchissime e piene di biodiversità sono sia la flora che la fauna delle Alpi, specialmente in territorio italiano; ‘il camoscio’, appartenente ad una sottospecie dei caprini chiamata ‘bovidi’, è un valido esempio di fauna alpina italiana, e trova nelle vette più impervie della nostra grande catena montuosa il suo habitat naturale preferito.

Lungo circa un metro e mezzo, ed alto circa 80 cm, il camoscio possiede un paio di corna molto sottili e piegate ad uncino che sono presenti sia nel maschio che nella femmina; maschi giovani e femmine sono soliti vivere in branco, mentre i maschi adulti conducono vita solitaria fino a quando non vanno in calore, dando il via ad una serie di combattimenti (come spesso succede) per conquistarsi il proprio harem e riprodursi.

Lo stambecco

Anche lo stambecco fa parte della stessa famiglia del camoscio, e cioè quella dei bovidi; la differenza più vistosa tra le due specie sta nelle corna, che in questo caso risultano essere molto più lunghe (possono arrivare anche a 90 cm.) e piene di noduli ossei. Le femmine sono anch’esse provviste di corna, ma di dimensioni minori e ricurve all’indietro, proprio come quelle del camoscio che abbiamo visto prima.

Sono i pascoli montani tra i 2300 ed i 3500 metri di altitudine l’habitat ideale per lo stambecco che, esattamente come il camoscio, suole vivere in gruppi separati, con i giovani maschi e le femmine da un lato, ed i maschi adulti per loro conto; come da copione, la situazione cambia nella stagione degli amori (Dicembre-Gennaio), quando tutti i maschi dominanti competono a colpi di corna per aggiudicarsi le femmine migliori.

La marmotta

marmotta

La marmotta fa invece parte della specie dei roditori, e più precisamente alla famiglia degli ‘Sciuridi’; con un corpicino lungo appena mezzo metro ed un peso che non raggiunge neppure i 10 kg, questo simpaticissimo animale presenta un pelo corto di colore marrone-giallastro, ed una vistosissima coda pelosa che termina con un grande ciuffo nero, ed è dotato inoltre di foltissimi baffi ben visibili in una testa arrotondata con orecchie piccolissime.

Praterie e zone rocciose adatte per quella che è la sua attività principale, (ovvero quella di scavare cunicoli in cui rifugiarsi) sono i posti più frequentati dalle marmotte alpine, che si nutrono prevalentemente di vegetali rosicchiandoli con i loro dentoni come fanno i conigli; vanno in letargo per circa 6 mesi, ed al risveglio mettono subito in moto il loro meccanismo di riproduzione.

L’ermellino

Andiamo adesso a conoscere altre due specie molto importanti per tutto l’ecosistema delle Alpi italiane, e cioè due rappresentanti della famiglia dei carnivori; l’ermellino, specie a rischio di estinzione visto il grande valore attribuito alle pellicce prodotte con il suo pregiatissimo pelo, appartiene alla famiglia dei ‘mustelidi’, è lungo circa 20 cm, e può arrivare a pesare fino ad un massimo di 200 grammi.

Boschi e campi coltivati di montagna o anche di collina rappresentano il suo habitat naturale, nel quale si muove molto furtivamente specialmente di notte per cacciare; topi, piccoli uccelli e pesci, ma anche uova rubate da qualche nido, costituiscono la sua dieta preferita, e non scarseggia certo in agilità per riuscire a raggiungere le proprie prede, essendo un ottimo scalatore e nuotatore.

L’aquila reale

Ed eccoci alla regina incontrastata delle vette più impervie, nonché dominatrice incontrastata dei cieli alpini: la maestosa aquila reale. Questo rapace di grande taglia, capace con i suoi affilatissimi e potenti artigli di afferrare e sollevare anche un piccolo capretto, ha un’apertura alare che può arrivare a misurare anche 2 metri, ed un peso che va dai 5 agli 8 kg; adora costruire nidi in alta quota su pareti rocciose a picco piuttosto che su alberi, in modo tale da tenere sempre la situazione sotto controllo, e generalmente il nido non è mai molto lontano dal suo territorio di caccia.

Piccole volpi, lepri, marmotte , pernici ed altri uccelli, fanno parte del suo menù di tutti i giorni, ma non disdegna di tanto in tanto anche un piccolo bagnetto nelle fredde acque dei laghi alpini per qualche appetitoso aperitivo a base di pesce.

Ci sarebbe da continuare ancora per parecchio vista la grande ricchezza che le Alpi possiedono in quanto a flora e fauna, magari lo faremo prossimamente…restate sintonizzati!

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